Echi dall’incontro al Colle della Croce, edizione 2025, di domenica 20 luglio
di Simona Bellion
C’è un punto, nel profilo orografico delle creste confinali, che millenni di Eventi hanno solcato e accarezzato profondamente, tale da renderlo altimetricamente il più basso dal Monviso ai Monti della Luna…ma non per questo meno attraente!
E’ accogliente, fra i suoi pendii profumati, ed è radioso nel sole che sorride o gioca a nascondino fra nebbie fugaci; è fraterno nella condivisione del pane e del vino; parla dell’amicizia dei suoi visitatori, una mano stretta nell’altra con la promessa del “chant des adieux” e dell’“heure du revoir”; suona con la musica del vento, che soffia e disperde le note degli inni e dei Trombettieri che li accompagnano.
E’ un valico che si supera leggeri, con il passo che non si affatica ma anzi si distende, chiamandoci, come Maria ai piedi di Gesù nel vangelo di Luca (Lc 10, 38-42 – il brano letto e predicato dal pastore francese Christophe Jacon), all’ascolto sincero della Parola: invitati a lasciare “laggiù”, per almeno una buona manciata di ore, quegli affanni del quotidiano che tanto ci ricordano i doveri cui Marta, nello stesso brano biblico, si sente vincolata.
Questo è il Colle della Croce. Questo è il Col Lacroix. Ed è in esso tutta l’essenza della “Rencontre” senza frontiere.
In molti siamo saliti “coté italien”, domenica 20 luglio, sfidando le pomeridiane incertezze del meteo, che lo scorso anno avevano invece respinto la salita. Un bel gruppo di giovani, come da alcuni anni a questa parte, ha aderito all’iniziativa di pernottamento in tenda al Pra’, accompagnati dai pastori di Villar e Bobbio Pellice e dalle animatrici giovanili del Distretto; poi i Trombettieri della Val Pellice ad accompagnare gli inni e anche una piccola rappresentanza del Coretto, a regalarci un canto. Dal “coté français”, la delegazione è in numero inferiore, ma non per questo meno allegra e vivace.
La “Rencontre” giunge così ai suoi “novantadue anni”, sebbene con rammarico alcuni non festeggiati, nel buio decennio 1936-1945. Ed è proprio a quel periodo che la “Rencontre” torna a volgere il suo sguardo, in occasione dell’80° della Liberazione: la presidente dell’ANPI della sezione di Torre Pellice, Monica Barotto, porta un ricordo sulla cooperazione fra antifascisti italiani e partigiani francesi, in particolare nella vicenda dell’”Affiche Rouge”, manifesto diffuso nella Francia occupata dai nazisti in occasione della fucilazione di 23 partigiani della FTP-MOI (Francs Tireurs Partisans-Main d’Oeuvre Immigrée), fra cui vi erano immigrati ungheresi, polacchi, spagnoli, armeni e italiani. A seguire, è l’Archivio storico e Beni culturali della Tavola Valdese a proporci un estratto delle biografie di Francesco Lo Bue, Anna Marullo e Mario Falchi, professori-antifascisti-resistenti del Collegio valdese, recentemente inserite nel podcast intitolato “Storie di Resistenza”.
Sono memorie preziose queste, che ancora oggi ci testimoniano il coraggio del “compiere delle scelte”.
Ed il pensiero torna così al passo del vangelo di Luca e in particolare a Maria, che infrange le convenzioni e non teme la disapprovazione della società, di sua sorella Marta o dello stesso Gesù il quale tuttavia non la critica, bensì approva la sua scelta, anzi, la ritiene “buona” di fronte a Marta. E’ un Gesù che lascia spazio e accetta che una nuova via sia aperta, così come da lui stesso compiuto.
Una via che si apre nella stessa geografia di questo valico di “Rencontre”, quando il terreno spiana e lascia lo spazio per ritrovare le forze e rinnovare l’impegno per un cammino di giustizia e libertà.